L’acqua del rubinetto, nonostante il calo di acquisti di acqua minerale, non riesce ancora a guadagnarsi la fiducia da parte degli italiani.
L’acqua del rubinetto non riesce proprio a guadagnarsi la stima e la fiducia degli italiani: in concomitanza con la giornata mondiale dell’acqua, infatti, l’Istat ha pubblicato alcune statistiche riferite all’acquisto di acqua da parte delle famiglie italiane, mettendole in rapporto con i problemi che affliggono la rete di distribuzione dell’acqua potabile nei comuni italiani.
Se di principio la diffidenza nei confronti dell’acqua del rubinetto continua ad essere sempre marcata, va detto che nel corso del 2010, secondo i dati resi noti, le famiglie che acquistano acqua minerale in bottiglia sono diminuite: tuttavia, sono stati spesi 19.50 euro pro capite per l’acquisto di acqua minerale e, per l’acqua del rubinetto – usata per vari scopi – è stata spesa una somma di poco superiore.
Sempre secondo quanto reso noto dall’Istat attraverso le statistiche sull’erogazione dell’acqua del rubinetto, circa il 9 percento delle famiglie italiane ha segnalato un disservizio, con una maggior concentrazione delle segnalazioni soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno – dove la percentuale raggiunge e supera il 17 percento – con punte massime in Calabria, regione subito seguita dalla Sicilia.
Molto interessante è anche la statistica offerta dall’Istat per quanto riguarda il prelievo a livello nazionale dell’acqua da distribuire attraverso la rete idrica: per la prima volta, infatti, è stato possibile illustrare una cifra globale che riguarda tutta l’Italia, pari a 9.11 miliardi di metri cubi di acqua, la quale proviene in maggioranza da fonti sotterranee o superficiali, con una percentuale invece esigua per quanto riguarda l’acqua pescata dal mare o, altrimenti, salmastra.