Sostenibilità è una parola che deriva dalla presa di coscienza della necessità di una svolta nel paradigma economico e produttivo del nostro mondo. Negli ultimi cinquant’anni infatti gli effetti dell’azione dell’uomo sul nostro pianeta hanno determinato una situazione di forte criticità portando a preoccupanti conseguenze: inquinamento dell’aria, aumento delle emissioni di anidride carbonica e gas nocivi, inquinamento ed innalzamento delle acque degli oceani, scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, sfruttamento indiscriminato delle risorse del nostro pianeta, sconvolgimento di molti ecosistemi solo per citarne alcuni.
Questi esempi indicano che la direzione intrapresa dall’azione antropica nei termini di una produzione e di uno sviluppo tecnologico che non tengono minimamente in conto dell’equilibrio del nostro ambiente e dell’esauribilità delle sue risorse non è più sostenibile.
Da qualche decennio infatti il tema della sostenibilità e della ricerca di nuovi paradigmi di vita che possano conciliare uomo e ambiente sono al centro del dibattito mondiale e danno frutto a numerosi e ambiziosi progetti.
L’architettura sostenibile e la creazione di quartieri ecologici si muovono in questo senso. Partendo infatti dal preoccupante dato che il 40% dell’inquinamento delle nostre città è dato dai consumi degli edifici e che un’altra grande fetta deriva dall’utilizzo massiccio di automobili e altri mezzi inquinanti, l’architettura sostenibile si propone di riscrivere nuovi spazi dell’abitare in cui il comfort e la qualità della vita del cittadino possa inscriversi all’interno della sostenibilità ambientale.
Un esempio di quartiere ecologico famoso in tutto il mondo è quello del pioneristico quartiere Vauban di Friburgo in Germania. La nascita di questo quartiere residenziale risale agli anni novanta ed è frutto di un progetto avanguardistico sia dal punto di vista architettonico che politico, in quanto ha coinvolto attivamente tutta la cittadinanza.
Vauban era un ex caserma francese che è stata riqualificata e convertita in un complesso di 2.000 appartamenti tutti dotati di standard elevati di efficienza energetica: la maggior parte delle case infatti sono immobili passivi, ovvero producono più energia (attraverso sistemi di pannelli solari e di sfruttamento di energie pulite) di quanta ne consumano. Inoltre nel quartiere è stato raggiunta una riduzione del 60% delle emissioni CO2 per la produzione di calore attraverso un sistema di coibentazione degli edifici.
Inoltre il quartiere di Vauban è stato progettato in modo da ridurre il traffico ponendo i parcheggi al di fuori dal quartiere, incentivando il car-sharing, potenziando i mezzi pubblici e collegando il quartiere al centro della città con una pista ciclabile.
Questo tipo di realtà sono andate via via sviluppandosi sempre di più, soprattutto nel Nord Europa, ma da qualche tempo anche in Italia si sono iniziate a muovere le acque in questo senso.
Ad esempio nelle Marche, a Porto Potenza Picena, è in fase di realizzazione il progetto del quartiere sostenibile Ecocittà.
Qui infatti è in corso la trasformazione di un’area industriale dismessa a pochi passi dal mare in un vero e proprio quartiere ecosostenibile. Il progetto prevede la costruzione di 14 moduli (alcuni già ultimati) che verranno adibiti a scopo abitativo, commerciale e come servizi.
Tutti gli edifici saranno di classe energetica A, progettati rispettando i principi di bio-edilizia in modo da adattare l’edificio alle esigenze dell’ambiente.
Inoltre il progetto prevede un grande parco pedonale, 25.000 mq destinati ai servizi e un parco verde pedonale di ben 10.000 mq.
A Trento invece è stato firmato da Renzo Piano il progetto del quartiere Le Albere, che nasce anch’esso dall’intensione di riqualificare un’area industriale dismessa, questa volta quella dell’ex-Michelin.
Il quartiere si sviluppa attorno a una via principale e pedonale che ne collega i due poli, uno rappresentato dal MUSE, il museo delle scienze l’altro dal centro polifunzionale.
Gli edifici sono stati invece concentrati nella parte più a est del quartiere per lasciare spazio a un grande parco pubblico che con i suoi 5 ettari occupa il 40% del quartiere.
Gli edifici sono tutti ad elevata efficienza energetica e costruiti attraverso biomateriali come la pietra, il legno e il vetro.
Inoltre il quartiere è libero dalle automobili alle quali è destinato un ampio parcheggio sotterraneo.
È auspicabile che questo tipo di progetti a breve si trasformino da esempi virtuosi, a diffuse pratiche di progettazione urbana e abitativa, creando nuovi spazi, sempre più estesi in cui l’uomo possa riscrivere il proprio abitare, in armonia e non più in opposizione con l’ambiente.